La Misericordia dell’Impruneta piange una grave perdita, quella del Confratello Francesco Giannelli, Presidente Nazionale della Confederazione Nazionale delle Misericordie dal 1985 al 1998, e che il 22 maggio 1988 portò tutte le Misericordie d’Italia in pellegrinaggio alla Madonna dell’Impruneta, a cui fu donata la lampada votiva delle Misericordie d’Italia, che allora, e ancora oggi, è alimentata dall’olio delle Misericordie italiane.
Giannelli è tornato alla Casa del Padre il 19 gennaio 2022, alla veneranda età di 96 anni.
Per le Misericordie è stato un presidente che ha guardato lontano e ha voluto rafforzare la nostra profonda missione verso la comunità.
Per l’attuale Presidente Nazionale, Domenico Giani, Giannelli “ha fatto la nostra storia. Ha sostenuto lo sviluppo delle Misericordie e oggi, tutti insieme, possiamo apprezzare i frutti del suo lavoro. È stato un modello di solidarietà e assistenza per tutti i volontari, una guida che ha avuto come faro lo spirito Cristiano di assistenza agli ultimi. Sì, è stato un faro, perché ha acceso luci lì dove, nel buio, si chiedeva aiuto. Quelle luci dovranno rimanere accese, sempre. Ed è oggi lo spirito delle Misericordie”.
Capo di Guardia della Misericordia di Firenze, Volontario, uomo retto, sempre al servizio degli ultimi, come ha anche ricordato l’attuale Sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Sotto la sua presidenza, il 14 giugno 1986 circa 10.000 fratelli delle Misericordie italiane vennero ricevuti in udienza da Papa Giovanni Paolo II.
Nell’aula Paolo VI, gremitissima, Giovanni Paolo II tracciò una svolta nella vita del movimento, indicando con chiarezza la via della carità che le Misericordie dovevano far propria: “ecco la consegna che vi affido… siate i promotori e fautori della civiltà dell’amore, siate testimoni infaticabili della cultura della carità”. Queste parole costituirono per le Misericordie una vera e propria svolta.
L’accorata esortazione del Papa a testimoniare con i servizi di carità l’impegno per la costruzione di un nuovo modello di civiltà basato sulla solidarietà, sulla pace, sulla condivisione, divenne da allora un concreto riferimento per tutto il movimento che si tradusse in una nuova vitalità ed in nuove iniziative.
Nel 1989 la Confederazione diede vita alla pubblicazione di una nuova rivista mensile cui fu dato il nome, ricco di significato, di Civiltà dell’Amore.
Nel 1990 il movimento FRATRES assume uno status giuridico autonomo costituendosi come associazione a sé stante, seppure collegata alla Confederazione, con la denominazione di Consociazione Nazionale FRATRES delle Misericordie d’Italia.
Nel novembre 1992 le Misericordie si riunirono, per la prima volta nella loro storia, in Convegno Mondiale a Firenze con la partecipazione di oltre 200 delegati provenienti da tutti i continenti in rappresentanza di circa 40 Paesi. Il frutto più importante del convegno fu l’impegno alla costituzione dell’Unione europea delle Misericordie che trovò concordi sul progetto i rappresentanti delle Misericordie d’Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Principato di Monaco, Armenia, Bielorussia, Georgia, Lituania, Moldavia, Russia, Ucraina.
Il 14 novembre 1992 Papa Giovanni Paolo II, salutando affettuosamente i fratelli della Misericordia ritornati in Vaiticana, ricordò come “Si può ben dire che in tutti i continenti le Misericordie costituiscono un pacifico esercito di promotori e fautori della civiltà dell’Amore, testimoni infaticabili della cultura della carità”. Il Papa, confermando l’esortazione a “testimoniare la presenza provvidente di Dio”, si congedò lanciando un ulteriore invito all’impegno di fraternità: “Benedica, la Vergine Santa, – disse Giovanni Paolo II – anche gli sforzi da voi condotti per far sì che attraverso interventi programmati in accordo con Organismi e Misericordie di altre confessioni religiose cresca la reciproca stima tra credenti, così che tra gli uomini di buona volontà si affretti l’avvento dell’autentica civiltà dell’Amore”.
Da questa esortazione la Confederazione assunse l’impegno a sviluppare in spirito di carità i contatti, le collaborazioni, i rapporti con i fratelli di diversa fede ed in particolare con i fratelli musulmani presenti in Italia e nei loro paesi d’origine.
Questo sforzo portò due importanti frutti: nel gennaio del 1993 le Misericordie insieme ad una organizzazione caritativa di fede islamica (la Human Appeal International) organizzarono due colonne di aiuti per le popolazioni musulmane duramente colpite dalla guerra civile in corso nei territori della ex-Jugoslavia.
Ai primi di luglio del 1994 si tenne a Firenze il 1° Seminario cristiano-islamico incentrato sull’analisi di tre aree di crisi: il Sudan in piena guerra civile e prostrato dalla difficile convivenza tra cristiani, musulmani e animisti, l’Iraq-Kuwait affrontando in primo luogo il problema di rilascio di 1000 cittadini kuwaitiani allora detenuti nelle carceri irachene, ed infine il Caucaso dilaniato dalla guerra civile. Il convegno terminò con un momento di grande spiritualità che vide riuniti, cattolici, ortodossi, musulmani in un’unica preghiera di aiuto e speranza in Dio.
Nel 1995 viene costituito l’U.G.E.M. (Ufficio gestione emergenze di Massa) a cui, attraverso uno specifico Regolamento, viene affidato il compito di riorganizzare le attività di protezione civile della Confederazione.
La Confederazione, grazie alla nuova struttura, interviene in occasione della alluvione della Versilia del 19 giugno 1996 e del terremoto di Umbria e Marche (1997).
Nel 1997, la Confederazione adottò una serie di provvedimenti tesi ad unificare l’immagine delle misericordie italiane, sia per le divise che per i mezzi.
È da allora che le misericordie adottarono il bicolore giallo-ciano per identificare i propri mezzi e i propri volontari in servizio.
L’Assemblea del 1998, tenuta ad Assisi, riconfermò con una larghissima maggioranza Francesco Giannelli quale Presidente confederale, incarico che poi lasciò dopo qualche mese.
La Misericordia dell’Impruneta si stringe alla famiglia del confratello Giannelli e porge le proprie condoglianze e assicura le proprie preghiere di suffragio.
Caro Francesco, che Iddio te ne renda merito.